Palazzo Tassinari
Casa Caldesi, poi Tassinari c. 1800
Faenza, corso Garibaldi 9
Questo edificio fu costruito su progetto del Pistocchi per Domenico Caldesi, che vi si trasferì con la famiglia ai primi dell'Ottocento dall'antica casa attigua al convento dei Servi di Maria. Domenico Caldesi era il fratello minore del pittore e scenografo Clemente, amico del Giani. L'edificio è ricordato fra le opere eseguite dal Pistocchi nella lettera del conte Gessi all'avvocato Fagnoli (bibl. 52) e quindi è anteriore al 1803; non può essere però di molti anni precedente poiché lo stile architettonico ha già caratteri di marca ottocentesca. L'orditura della facciata è costituita da un ordine gigante di quattro paraste ioniche, impostato su un alto zoccolo a bugnato; sopra la porta architravata si trova un balcone, collegato ad essa da un'aquila ad ali spiegate; le finestre del piano nobile sono prive di incorniciatura ma con cappelle, trabeato. Il motivo dell'ordine unico che include due piani di facciata, insistendo su una zona basamentale con bugne a disegno regolare, si presenta qui a Faenza per la prima volta e sarà ripreso dal Pistocchi nei progetti lombardi, ascrivibili al « periodo napoleonico». Oltre alla facciata, che nonostante le modeste dimensioni acquista un effetto monumentale, è interessante nel cortile il motivo del triplice loggiato sovrapposto, concluso da un'altana sul tetto: i primi due piani sono costituiti da arcate con pilastrate a bugne di rilievo basso, mentre il terzo mostra un ordine architravato con colonne abbinate, in corrispondenza della serie di pilastri sottostante. Anche questa fronte sul cortile è un esempio di composizione elegante e dal ritmo equilibrato che ben caratterizza l'attività pistocchiana di questo periodo. Il palazzetto è noto a Faenza come casa Tassinari perché alla metà del secolo scorse, divenne proprietà dell'ing. Cesare Tassinari, esperto di architettura ed arte, allievo del Tomba, che l'arricchì negli interni di decorazioni e di lussuosi arredi.